“Perché…” – Storia poetica triste e coraggiosa….. di una pecorella di Calcata

Perché….?!  Il ciclo della vita per la pecorella salvata due anni fa da Elke e Marco si è concluso in…. in bocca ad un cane… Resoconto triste con messaggio di speranza.

Questa è una storia strana, è la storia della fine di un mito e l’inizio di una realtà coraggiosa e paziente….
Il 9 novembre, la mattina, mentre aspettavo che venisse l’ora dell’incontro sugli “stati di coscienza altri” da tenersi in chiusura del Ciclo della Vita ho  scoperto la  cruda verità sulla fine di un ciclo, la morte di Perché, nostra ospite gioiosa e zuzzurellona per gli ultimi due anni. Perché era
l’agnella salvata da Elke e Marco, a Pasqua di due anni fa,  che fu poi adottata ed ospitata qui al Circolo.
“Pecorella cara,  salvata da  anime pietose dalla morte per fini culinari umani e  finita sgozzata da un cane…”

Paolo D’Arpini
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Lettera scritta da me ad Elke il 9 novembre 2008.
Carissima Elke, forse è stata la tua buona stella che ti ha impedito di venire oggi, infatti stamattina ho avuto una brutta sorpresa, quando sono andato a dar da mangiare alle bestie ho visto che c’erano delle tracce di scavo attorno al recinto, poi ho scoperto che Perché era lì riversa per
terra sbranata da qualche cane che era penetrato dentro… Le due caprette, forse solo in seguito al sacrificio di Perché che ha fatto da vittima sacrificale, si sono salvate.
Sicuramente sono stati i cani randagi che girano per Calcata, lupi qui non ce ne sono, e l’hanno uccisa non per fame, giacché questi cani ricevono sempre cibo da qualcuno, ma solo per la loro natura aggressiva che maggiormente si risveglia quando non è  tenuta a freno da qualcuno. Mi  dispiace, almeno la tua cara e dolce pecorella è campata 2 anni più del
previsto, è gia stata una fortuna.
Morte e rinascita? Staremo a vedere, ti abbraccio con grande affetto comprendendo che la notizia sicuramente ti avrà lacerata. Una storia bella ed amara allo stesso tempo..

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Risposta del 10 novembre da Elke.

Caro Paolo,
Penso a quei bufali che ho visto spesso nei documentari, quel tanto che ho potuto, i quali, mentre sono sbranati dai leoni, rimangono lì  inermi ed immobili, quasi fossero di già liberati da quello strazio immane e poi ripenso anche al mio incidente con la corrente elettrica, che impediva al mio cuore di battere e ai polmoni di respirare ma, non appena fui
consapevole della morte imminente, smisi all’istante di aver paura e non provai più dolore.

Quella fu per me l’anticamera verso la luce e la consapevolezza e lo stesso spero che sia accaduto anche alla  nostra dolce Perché.

I nostri cuori, come la sua carne, si sono lacerati nell’apprendere la sua triste sorte e, se pur facente parte della storia della vita e della natura, resta pur sempre un duro colpo per tutti noi.

Eppure non dimentico che essi iniziarono già a lacerarsi, lasciando filtrare dallo squarcio creatosi in loro per la pietà e la comprensione, la luce della consapevolezza e del sentimento d’unione, senza più essere ingannato dalle differenze di forma o di comunicazione, nella quale ci costringe la paura e l’inerzia dell’autocoscienza, spesso troppo pigra per alimentarsi di nuovi amori, nascosti anche in altre sembianze che non siano le stesse nostre, con l’intento di ricongiungersi all’eternità e alla completezza
dell’amore Divino, che alimenta ogni cosa a noi conosciuta e non.

Grazie a Perché ora possiamo continuare per questa strada, con lo slancio e la passione di un innamorato, orgoglioso possessore di un cuore che batte forte come ai suoi primi appuntamenti galanti. Ora è lei la nostra Giovanna D’Arco, icona della causa vegetariana e quando gli eroi vengono
“giustiziati” rimangono ricordati per sempre in maniera ancor più incisiva!

Che questo suo sacrificio rammenti meglio a noi umani, in forma metaforica, quanto l’aggressività, non del cane, ma in  generale, riesca solo a dilaniare in maniera irragionevole tutto ciò che incontra, giacché agisce solamente da sfogo e non favorisce certo la riflessione, se non è esplicata
in maniera creativa e consona a un comportamento etico, degno di passare il check up della nostra introspezione.
Altro ancora non so, se non che forse questa morte debba farci insistere nel chiederci il motivo della violenza, finché non lo capiremo e senza un solo attimo di rattristante pigrizia.

So per certo che ora la pecorella Perché è libera di pascolare all’infinito tra i campi  più belli che si possano immaginare e il cane che l’ha sbranata forse un dì giocherà con lei in pace eterna.

Che però non sia nuovamente perseguita dalla sventura rinascendo pecorella, non in questo nostro tempo, ma più in là, quando tutti avremo capito quanta felicità sa dare l’anima di qualsiasi essere che vive in questo nostro corpo
universale, ossia la terra infatti, se riconosceremo anche la bontà di ciò che ha una forma diversa dalla nostra, in questo entusiasmante miraggio della diversità, poi la sapremo riconoscere meglio anche in noi e nessuno dovrà più chiedersi, ma PERCHE’ non ci ho pensato prima!

Perché, la nostra pecorella dal nome curioso, ormai è parte integrante dei nostri cuori e dunque anche dell’energia che alimenta la vita di tutto il nostro corpo, non escludendo le più piccole cellule e gli atomi che vivono in lui.

Dopo aver stretto amicizia con lei, io non posso fare altrimenti che sperare di emulare tutte le sue splendide qualità e… sì, vorrei diventare un pò pecora pure io, ne sarei fiera ma, so che riuscirò solo in parte in questa
difficile impresa, perlomeno nel corso di questa mia vita.

Il cane ha reagito ad un impulso, dettato forse da cattive abitudini umane che non hanno rispettato la sua vera natura e i suoi bisogni fin dall’inizio, certo non lo possiamo incolpare di nulla né giudicarlo negativamente, senza al tempo stesso doverci ricordare che anche noi a Pasqua e non solo, sbraniamo gli agnellini o gli altri animali senza una
valida ragione; perché tanto li ha uccisi qualcun altro, perché ormai stanno nel piatto, perché ci fa bene al colesterolo e al tumore o perché pare brutto dire di no a chi ci ha offerto il pranzo o la cena!

Il vero perché della nascita e della morte non ci è dato di sapere fintanto che siamo vivi, ma nulla ci impedisce di arricchirci interiormente con nuove prospettive d’amore, mentre ci incamminiamo verso la stessa “Stalla Divina”,
dove nacque sia Perché, sia Gesù e chissà quanti altri personaggi che hanno lasciato un segno nella storia evoluzionistica dell’umano cuore.

Grazie per tutti i giorni nei quali in questi ultimi due anni, ti sei dedicato con passione amorevole per far vivere bene l’eroina Perché, dal musetto bianco e rosa e dallo sguardo irresistibile.

Senza aspettarti né lodi né risultati immediati sei stato e sarai per sempre il degno custode di un gesto d’amore e di speranza.

Mi dispiace per la triste visione e il tuffo al cuore che hai sentito nel  vederla così.

Cancella questa visione e rimpiazzala con il nostro abbraccio ricolmo di  gratitudine e confortiamoci all’idea che da lassù, dopo un discorsetto a tu per tu con Dio, lei riuscirà a far raccomandare ancor meglio la  nostra causa a favore degli agnellini e di tutti gli altri animali, compresi noi
bipedi, ne sono certa!

Dio ci ha regalato un’altra bellissima storia d’amore e il finale non è certo questo, bensì dipende da tutti noi.
Continueremo a parlare e a raccontare di lei e chi vuole potrà aggiungere anche una sola piccola parola, mentre cerca con gioia, durante la propria esistenza terrena, di vivere con più sensibilità!

Ti vogliamo tanto bene e anche Perché la quale, per ora, continua a sorriderci da lassù…

Elke

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La storia di Perché:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/03/24/storia-della-agnellina-salvata-da-elke-e-marco-e/

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